Eliminare la plastica e rendere la propria azienda plastic free è una preoccupazione dell’imprenditore “fissato” con l’ecologia. Non solo, ma è vista da molti come il tentativo di appuntarsi una spilletta sul petto, per motivi commerciali, da parte di molti capi d’azienda. Invece, il loro intento è quello di far vedere quanto la propria azienda sia virtuosa. Il movente ecologico e quello utilitaristico, tuttavia, non solo semplificano troppo la questione, ma non sono nemmeno alternativi. Essi convivono felicemente.

I danni causati dalla plastica, infatti, sono reali e ampiamente documentati dalla letteratura scientifica. Allo stesso tempo, gli esperti del marketing hanno più volte dimostrato quanto la responsabilità sociale delle aziende sia premiante in termini commerciali. Non è una caso che grandi aziende quali Enel, Sky, Adidas e Montenegro si siano spese (e abbiano speso) per comunicare lo status di aziende plastic free. Vediamo dunque le poche mosse fondamentali per eliminare la plastica da queste imprese.
Eliminare le bottiglie di plastica
Il nodo fondamentale di qualsiasi politica che liberi dalla plastica, è proprio il rifornimento dell’acqua potabile. Basti pensare che l’incidenza delle bottiglie di plastica sulla produzione complessiva di questo polimero è molto elevato. Ciò accade, se si prende in considerazione il dato preoccupante che vede l’Italia essere il secondo paese al mondo (dopo il Messico) per l’uso dell’acqua in bottiglia. Questo dato è reso possibile grazie ai sorprendenti dati sul consumo d’acqua diffusi dall’Istat. Alla base di ciò, il 62,8% degli italiani acquista più di un litro d’acqua minerale al giorno.
Una contromossa su cui le aziende potrebbero investire senza spendere troppo (2-10 euro a unità), è la distribuzione di borracce personalizzate in acciaio e alluminio. In questo modo le aziende potranno distribuire ai propri dipendenti, o ai clienti, questo gadget con il proprio logo e con una bella frase “motivazionale”.
L’acqua che vuoi con i tuoi depuratori
Esistono diverse soluzioni per rifornire l’ufficio di acqua potabile. Invece di costringere i dipendenti ad acquistare le bottiglie d’acqua, un’azienda può adottare diversi sistemi. Le soluzioni possono essere molteplici. In ordine crescente per ecologia e funzionalità abbiamo i classici boccioni, le colonnine e i depuratori sottobanco. Questi rappresentano la soluzione migliore in termini di estetica, ingombro ed ecosostenibilità. Tra le La possibilità di rendere “invisibile” il depuratore, l’assenza totale della plastica e la possibilità di personalizzare l’acqua a piacere del dipendente (fredda, a temperatura ambiente, liscia o frizzante) rendono questo dispositivo il migliore in termini ecologici, economici e di funzionalità.
Utensili e non solo… Come eliminare la plastica.
Le pause pranzo e caffè scandiscono i riposi del lavoratore. È importante che anche in questi momenti il dipendente veda confermato l’impegno dell’azienda a un’impronta ecologica del lavoro. Ciò conferma la serietà dell’impresa di cui è parte e alimenta un atteggiamento “etico” ben oltre la pausa pranzo. Tazzine e posate, non monouso, possono essere fornite dall’azienda. Un’utile alternativa potrebbe essere – come visto sopra per l’acqua e le borracce – donare ai dipendenti set di posate, graziosamente raccolte in astucci brandizzati. Il caffè, invece, dovrebbe essere disponibile in cialde e non in capsule, dato che le prime sono compostabili, mentre le seconde sono destinate all’indifferenziato. E come fare per tutto il packaging alimentare proveniente dall’esterno?
Eliminare la plastica con la raccolta differenziata
La semplicità e la chiarezza nella raccolta differenziata sono il requisito necessario, non solo all’eliminazione della plastica, ma a qualsiasi intento ecologico. Vanno bene depuratori d’acqua e borracce, ma è tutto vano se non si affronta il nodo di “dove-buttare-cosa”. È importante che cestini e bidoni per la differenziata siano diffusamente disponibili, sia in prossimità della postazione di lavoro, che nelle aree comuni. È inoltre essenziale che i dipendenti siano informati sulla destinazione dei singoli rifiuti, poiché le fattispecie sono tante e la confusione potenziale è tanta. In luoghi strategici, dunque, bisognerebbe apporre anche la lista dei rifiuti più comuni, di quelli più problematici e il relativo cassonetto di destinazione.
In conclusione…
Abbiamo detto in apertura che il vantaggio di un’azienda plastic free è sia ideale che materiale, poiché agisce favorevolmente sia sull’ambiente che sull’immagine dell’impresa. A questi due vantaggi bisogna aggiungerne un altro, per lo più sottovalutato. Attraverso l’ecologia le dinamiche lavorative, appesantite spesso da concorrenze e conflitti, sono stemprate da un sentire comune che diventa anche disciplina benefica. Il lavoratore riacquista così una dimensione e un impegno collettivi che, attraverso l’azienda, lo ricollegano agli altri cittadini e a un destino comune.
Non è raro, infatti, che – acquisita una disciplina ecologica in ufficio – il lavoratore la estenda anche in casa – eliminando le bottiglie d’acqua ed essendo rigoroso nella differenziata – e sia così d’esempio per i propri familiari. Un effetto domino positivo, la cui miccia può essere qualsiasi imprenditore.