Cerca

FAQ

Le domande che ci fate più spesso

Tra le leggi sull’acqua potabile, la più recente è il Decreto legislativo 31/2001. In passato la materia era regolata dal Decreto del Presidente della Repubblica DPR 515 del 3 luglio 1982, che attuava la direttiva CEE Nr. 75/440 riguardante la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile. Decreto Presidente della Repubblica DPR 236 del 24 maggio 1988, attuazione della direttiva CEE Nr.80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell’art.15 della legge Nr.183 del 16 aprile 1987. Direttiva del Consiglio dell’Unione Europea 98/83CE del 3 novembre 1998 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano.

Decreto Legislativo Nr.105 del 25 gennaio 1992, attuazione della direttiva CEE Nr.777/80 relativa alla utilizzazione e alla commercializzazione delle acque minerali naturali. Decreto Ministeriale Nr. 542 del 12 novembre 1992, regolamento che riporta i criteri di valutazione delle caratteristiche organolettiche delle acque minerali naturali. Circolare del Ministero della Sanità Nr.19 del 12 maggio 1993, analisi chimiche e chimico fisiche di acque minerali naturali. Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 339 – Disciplina delle acque di sorgente e modificazioni al Decreto Legislativo del 25 gennaio 1992, n.105, concernente le acque minerali naturali, in attuazione della direttiva 96/70/CE. DM del 31 maggio 2001 – Modificazione al Decreto del 12 novembre 1992 concernente il regolamento recante i criteri di valutazione delle caratteristiche delle acque minerali naturali. Decreto del 29 dicembre 2003 Attuazione della Direttiva n.2003/40/CE della Commissione nella parte relativa ai criteri dei valutazione delle caratteristiche delle acque minerali naturali di cui al Decreto Ministeriale del 12 novembre 1992, n. 542 e successive modificazioni, nonche’ alle condizioni di utilizzazione dei trattamenti delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente.

Gli apparecchi per il trattamento delle acque potabili devono essere conformi ai requisiti di sicurezza delle seguenti direttive: Decreto Ministeriale n. 25 del 07/02/2012, regolamento recante disposizioni tecniche concernenti apparecchiature per il trattamento domestico di acque potabili, Decreto Legislativo n. 108 del 25/01/1992, attuazione della direttiva n.89/109/CEE concernente i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. Idrika è conforme ad entrambe le direttive.

Le normative relative alla qualità dell’acqua destinata al consumo umano tutelano la qualità mediante le seguenti azioni: 
1. attribuiscono le responsabilità ad enti specifici

2. consigliano dei valori guida (VG) per le principali sostanze presenti nelle acque

3. impongono la Concentrazione Massima Ammissibile (CMA) per una serie di sostanze

4. impongono le regole e le modalità di potabilizzazione

5. impongono piani di controllo periodici e metodologie di analisi

6. impongono al gestore del servizio idrico integrato di fornire al punto di consegna (il punto dove la rete esterna incontra l’impianto di distribuzione domestico) acqua potabile. In collaborazione con l’Unità Sanitaria Locale e l’ATO sindacano sull’ impianto idrico domestico e informano l’utente finale di eventuali anomalie

7. definiscono e attuano le sanzioni in caso di
inadempimento.

I principali limiti delle normative in vigore, relative alla qualità delle acque destinate al consumo umano, sono i seguenti: 
1. le acque minerali in bottiglia possono avere un contenuto di sostanze disciolte con concentrazioni diverse (maggiori) da quelle ammesse per le acque potabili (acquedotti); 
2. nelle risultanze analitiche delle sostanze contenute nell’ acqua in microgrammi/litro si può avere una tolleranza del +/- 75% (tolleranza inaccettabile); 
3. l’indicazione sulle etichette delle sostanze contenute nell’ acqua non è un parametro oggettivo in quanto è soggetto alla discrezionalità dell’imbottigliatore; 
4. pur essendovi nelle normative che regolamentano le
acque minerali l’indicazione di valori diversi di CMA 
per i nitrati presenti, a seconda che si tratti di acqua destinata all’ infanzia o meno, non vi é nessuna indicazione sulle etichette che ci permetta di individuare quelle acque minerali che per legge non sono buone per i nostri figli.

Per poter installare Idrika in un’abitazione devono essere verificate le seguenti condizioni: 

1. l’acqua deve essere potabile. Tale condizione è già certa in caso di acquedotto pubblico, è da verificare a cura del cliente in caso di altre fonte (es. pozzo artesiano); 

2. deve essere disponibile uno spazio sufficiente nel sottolavello (ingombro min. 34x15x15 cm + bombola di CO2 solo in caso di presenza del gasatore); 

3. deve essere presente una pressione idrica di almeno 1 Bar (in caso di dubbi il tecnico potrà verificare tale condizione).

Al primo utilizzo dell’impianto e ad ogni sostituzione dei filtri è necessario tenere aperto il rubinetto dell’acqua liscia per almeno 5 minuti. Questa operazione garantisce una corretta preparazione del filtro a carboni attivi. Nei primi litri di acqua erogata sarà possibile osservare un leggero intorbidimento (acqua di colore scuro) che è da considerarsi normale e che sparirà dopo poco tempo.

Unitamente ad un purificatore d’acqua Idrika viene sempre fornito un rubinetto di prelievo per l’erogazione dell’ acqua trattata che si aggiunge al miscelatore già presente in cucina (in questo caso è necessario praticare un foro sul lavello o sul top della cucina per il suo posizionamento). E’ possibile altresì scegliere la versione con il miscelatore sostitutivo a tre o quattro vie. In quest’ultimo caso il vecchio miscelatore viene rimosso e sostituito con quello richiesto che permette sia il prelievo dell’acqua non trattata (calda e fredda), sia quello dell’acqua microfiltrata liscia o effervescente.

I dispositivi filtranti utilizzati da Idrika sono: 

• filtro meccanico con capacità filtrante di 50 micron (ovvero 50 milionesimi di metro) 

• filtro composito (carbone attivo + argento) omologato dal Ministero della Sanità ai sensi del DM 25/2012 Il filtro meccanico elimina le particelle in sospensione come ruggine, sabbia e altre impurità; il filtro composito elimina cloro e organo-clorurati, senza impoverire l’acqua dei preziosi sali minerali ed impedisce la proliferazione batterica.

Il carbone attivo viene utilizzato da sempre per trattare l’acqua potabile. Lo si utilizza perchè si è dimostrato un agente che svolge un’azione adsorbente di tipo chimicofisico.

I filtri utilizzati da Idrika hanno la particolarità di essere argentizzati. L’argento è un metallo prezioso batteriostatico il quale, essendo un’ossidante, uccide eventuali spore batteriche presenti nell’acqua, rendendola priva di sapori, odori e colori e sicura da un punto di vista batterico e organolettico.

La filtrazione elimina dall’acqua di rubinetto sostanze che possono alterare il sapore e l’odore dell’acqua e la migliora da un punto di vista organolettico, senza però alterare la quantità e la qualità di sali minerali in essa presenti. L’acqua distillata invece è completamente demineralizzata (cioè totalmente priva di sali). L’acqua microfiltrata quindi non può essere utilizzata dove specificatamente richiesta acqua distillata come ad es. nelle batterie delle automobili o nel ferro da stiro.

Sì. La potabilità dell’acqua viene garantita dall’acquedotto e Idrika non può che migliorarne le caratteristiche. La presenza nel sistema di carboni attivi argentizzati garantisce l’impossibilità di proliferazione di elementi batterici. Nel caso di acqua derivante da pozzo artesiano, la potabilità deve essere preventivamente verificata.

Per rendere effervescente l’acqua, Idrika utilizza un innovativo sistema brevettato senza accumulo (non ci sono serbatoi di acqua nei quali potrebbero proliferare elementi batterici) grazie al quale si riesce ad ottenere un’effervescenza paragonabile a quella delle fonti naturali. Il livello di effervescenza è regolabile mediante una piccola valvola a spillo.

Al contrario dei comuni sistemi di gasatura (carbonatori), il gasatore Idrika permette un legame intimo tra CO2 (anidride carbonica alimentare) e molecole dell’acqua, ottenendo in questo modo un buon livello di effervescenza, molto gradevole al gusto; 

• il pH naturale dell’acqua non viene modificato; 

• grazie alla particolare finezza della gasatura, l’acqua effervescente di Idrika risulta leggera e non da la sensazione di gonfiore, pur mantenendo un buon grado di gasatura; 

• la gasatura è molto persistente nel tempo (grazie al legame intimo che si instaura fra CO2 e Acqua).

Con 1 Kg di CO2 è possibile ottenere dai 200 ai 300 litri di acqua effervescente a seconda del livello di gasatura desiderato.

Per ottenere una gasatura ottimale bisogna considerare due importanti parametri: 

– pressione dell’impianto; 

– temperatura dell’acqua in ingresso. 

La pressione dell’acqua in ingresso deve essere almeno di 3 bar: se inferiore è consigliabile utilizzare il sistema dotato di pompa. Più la temperatura dell’acqua è bassa, migliore sarà il livello di gasatura. E’ quindi consigliabile abbassare quanto più possibile la temperatura dell’acqua in ingresso lasciandola scorrere per qualche minuto affinché possa raffreddarsi adeguatamente.