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L’acqua potabile: i valori stabiliti dalla Legge

Donna che versa acqua da bottiglia di vetro

L’acqua potabile, che beviamo tutti i giorni, o dalle bottiglie acquistate al supermercato o a quella di rubinetto, contiene una serie di minerali che svolgono funzioni specifiche per il nostro organismo.

Esistono tuttavia dei limiti di legge che ne stabiliscono i requisiti. Questi determinano la potabilità dell’acqua. E ci permettono di dire se, ad esempio, l’acqua di un quartiere di Milano o di Napoli sia potabile. A proposito di quadro normativo, esso non sempre è di facile lettura. Ciò succede perché nel tempo si sono sovrapposte diverse leggi, che integravano le precedenti o le sostituivano. In altri casi, invece, si fa riferimento a “orientamenti” decisi a livello internazionale (ad esempio l’Organizzazione Mondiale della Sanità) e a ricerche supplementari di enti locali, le ASL.

Riferimenti normativi | Definizione | Requisiti

acqua potabile

Acqua a norma di legge

Oggi la materia è normata per lo più dal Decreto legislativo 31/2001, che attua una direttiva comunitaria (la 98/83/CE) e sostituisce il precedente DPR 236/88. Nel decreto del 2001 i limiti di legge per le “acque destinate al consumo umano” sono stati spesso (ma non sempre) resi più stringenti. Si suggerisce inoltre il dettaglio del Ministero della Salute, per gli approfondimenti allegati su utilità dei minerali e limiti quantitativi.

Il quadro normativo non può essere completo, se non si fa riferimento alla quarta edizione del “Guidelines for Drinking-water Quality“, le linee-guida per la qualità dell’acqua potabile redatte dall’OMS. Infine, come già ricordato, per i fattori di rischio chimico non normati perché non rientranti nel controllo ordinario, sono le ASL ad effettuare ricerche e, sulla base di queste, è poi lo stato a fissare ulteriori limiti.

Definizione di “acqua potabile”

Spesso si dice che l’acqua potabile deve essere incolore, inodore e insapore. Questa è in realtà una semplificazione che ha origine molto antiche. Nel passato, quando l’essere umano non aveva le conoscenze scientifiche odierne, l’acqua veniva valutata esclusivamente per le sue proprietà organolettiche. Oggi sappiamo che può capitare di bere acqua con un cattivo sapore o di veder scorrere acqua marrone dal rubinetto. Soprattutto nel primo caso, non è detto che quella sia acqua non potabile.

Cosa definisce, dunque, la potabilità dell’acqua? L’obiettivo, ossia non arrecare danno alla salute dell’essere umano. In particolare, le acque “destinate al consumo umano” (ossia da bere o usate per cucinare) “non devono contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana” (articolo 4, Decreto 31/2001). La questione, dunque, riguarda le quantità, che sono fissate per legge.

Limiti chimici dell’acqua potabile

Il Decreto legislativo 31/2001 differenzia in tre famiglie i parametri che qualificano l’acqua e individua i requisiti di potabilità. A queste tre famiglie se ne aggiunge una quarta:

  1. Parametri microbiologici,
  2. Parametri chimici,
  3. Parametri indicatori di modifiche della qualità dell’acqua, anche se ciò non comporta rischi per la salute dell’essere umano,
  4. Parametri emergenti, quelli che cioè hanno acquisito un rilievo in anni più recenti.

Parametri microbiologici

ParametroValore parametro
(numero/100 ml)
per acqua di acquedotto
Valore di parametro
(numero/100 ml)
per acqua in bottiglia
Escherichia coli00/250 ml
Enterococchi00/250 ml
Pseudomonas aeruginosa0/250 ml
Conteggio delle colonie a 22°C100/ml
Conteggio delle colonie a 37°C20/ml

Parametri chimici dell’acqua potabile

ParametroValore di parametroUnità di misura
Acrilammide0,1µg/l
Antimonio5µg/l
Arsenico10µg/l
Benzene1µg/l
Benzo(a)pirene0.01µg/l
Boro1mg/l
Bromato10µg/l
Cadmio5µg/l
Cromo50µg/l
Rame1mg/l
Cianuro50µg/l
1, 2 dicloroetano3µg/l
Epicloridrina0.1µg/l
Fluoruro1.5mg/l
Piombo10µg/l
Mercurio1µg/l
Nichel20µg/l
Nitrato (come NO 3)50mg/l
Nitrito (come NO 2)0.5mg/l
Antiparassitari0.1µg/l
Antiparassitari-Totale0.5µg/l
Idrocarburi policiclici aromatici
(somma delle concentrazioni
dei composti specifici)
0.1µg/l
Selenio10µg/l
Tetracloroetilene, Tricloroetilene
(somma delle concentrazioni
dei parametri specifici)
10µg/l
Trialometani-Totale (somma delle
concentrazioni di composti specifici)
30µg/l
Cloruro di vinile0.5µg/l
Clorito700µg/l
Vanadio140µg/l

Parametri indicatori dell’acqua potabile

ParametroValore di parametroUnità di misura
Alluminio200µg/l
Ammonio0.5mg/l
Cloruro250mg/l
Clostridium perfringens
(spore comprese)
0numero/100 ml
ColoreAccettabile per i consumatori
e senza variazioni anomale
Conduttività2500µScm-l a 20°C
Concentrazione ioni H+tra 6,5 e 9,5unità pH
Ferro200µg/l
Manganese50µg/l
Odore Accettabile per i consumatori
e senza variazioni anomale
Ossidabilità5mg/l O2
Solfato250mg/l
Sodio200mg/l
SaporeAccettabile per i consumatori
e senza variazioni anomale
Conteggio delle colonie a 22 °CSenza variazioni anomale
Batteri coliformi a 37°C0Numero/100 ml
Carbonio organico totale (TOC)Senza variazioni anomale
TorbiditàAccettabile per i consumatori
e senza variazioni anomale
Durezzavalori consigliati: 15-50° F
(limite inferiore vale per le
acque sottoposte a trattamento
di addolcimento o dissalazione)
Residuo secco a 180°Cvalore massimo consigliato: 1500 mg/l
Disinfettante residuovalore minimo consigliato 0,2 mg/l (se impiegato)
Radioattività Trizio100Bequerel/l
Radioattività –
Dose totale
indicativa
0.1mSv/anno

Parametri emergenti dalle ricerche sull’acqua potabile

Ricerche successive hanno spesso aperto dibattiti circa la necessità di individuare dei limiti per elementi e materiali che possono contaminare le acque. I soggetti impegnati in tali decisioni sono, di solito, i singoli stati e le organizzazioni internazionali (OMS su tutti). Non è possibile, dunque, riportare una scheda di valori-limite, quanto riportare invece le osservazioni sintetiche delle “Valutazioni del rischio” pubblicate dal Ministero della Salute.

Amianto: L’OMS non ha ritenuto necessario porre un limite alla presenza di fibre di amianto nell’acqua, mentre l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli USA lo ha individuato in 7 milioni di fibre/litro.

Le acque potabili italiane si tengono abbondantemente al di sotto di tale limite (si sono riscontrate massimo 130 mila fibre/L).

Sostanze Perfluoro Alchiliche

PFOS e PFOA: Si tratta in entrambi i casi di (PFAS (Sostanze Perfluoro Alchiliche), che sono impiegati in diversi settori, dall’abbigliamento alle schiume, in ragione della loro resistenza ai naturali processi di degradazione. Si tratta di sostanze potenzialmente dannose, su cui si sta dibattendo da tempo. Esemplari le inchieste di Report tra il 2017 e il 2018, che, tra le altre cose, hanno spiegato come i PFAS arrivino alle falde acquifere.

L’OMS non ha ad oggi indicato valori guida per i PFAS in generale nell’acqua potabile che possano essere recepiti a livello di Comunità Europea. Concentrazioni massime tollerabili di PFOA e PFOS nell’acqua potabile sono state proposte a livello internazionale: per l’US EPA sono state considerate 0,2-0,4 μg/L concentrazioni limite per esposizione per periodi limitati rispettivamente a PFOS e PFOA.

Ministero della Salute

Arsenico, fluoro e nichel

Arsenico: Anche su questo elemento la discussione interessa organi nazionali, sovra- e internazionali. Ad oggi si tende ad accettare il limite di 10 μg/L, “pragmaticamente proposto [dall’OMS, NdR] in considerazione del limite di quantificazione per l’arsenico nell’acqua (compreso nel range 1-10 μg/L), e della possibile difficoltà pratica nell’abbattimento dell’arsenico a concentrazioni inferiori a 10 μg/Lm”.

Fluoro: Anche in questo caso si valutano le attività di ricerca in corso, si osservano le normative di altri stati e le osservazioni degli organi internazionali. In particolare, nel 2005, l’Autorità Europea di Sicurezza Alimentare (EFSA) ha proposto una differenziazione dei limiti per età:

  • 1,5 mg/giorno per bambini di 1-3 anni di età,
  • 2,5 mg /giorno per i bambini di età compresa tra 4-8 anni,
  • 5 mg /giorno per i bambini di età compresa tra 9-14 anni di età,
  • 7 mg/giorno per soggetti di età superiore ai 15 anni.

Il parere dell’OMS

Per l’OMS, invece, il limite deve essere – in generale – di 1,5 mg/giorno, per scongiurare i pericoli connessi all’assunzione di troppo fluoro. In ogni caso, aggiunge l’organizzazione sanitaria dell’ONU, nello stabilire il limite di fluoro nell’acqua i singoli stati devono valutare tutte le possibili esposizioni della propria popolazione a questo elemento. L’assunzione di fluoro, infatti, deve essere di massimo 6 mg/giorno, provenga essa da acqua, cibi o dentifrici.

Nichel: L’EFSA ritiene che un valore limite di 20 μg Ni/L possa essere adeguatamente protettivo. Osserva il Ministero della Salute che le acque italiane destinate al consumo umano fanno registrare valori di Nichel molto al sotto della soglia indicata dall’ente europeo. Ciononostante:

Sussistono sporadici casi di contaminazione importante, a causa di utilizzo di materiali inadeguati nella rete di distribuzione idropotabile domestica.

Ministero della Salute

Tallio: Il D.Lgs. 31/2001 non fa riferimento a questo elemento perché, di norma, la sua concentrazione nell’acqua è trascurabile. Tuttavia, come riferisce il Ministero della Salute, segnalazioni di possibili fenomeni di contaminazione hanno incoraggiato a fissare dei valori limite. È stato dunque individuato un valore di 0,002 mg/L per l’acqua potabile e di 0,04 mg/L per quella utilizzata per le pratiche di igiene.